Il testosterone è l’ormone maschile per eccellenza, sintetizzato dalle cellule del Leydig presenti nei testicoli in quantità variabili, in base all’individuo. Questo ormone viene convertito in diidrotestosterone, molto più attivo a livello recettoriale e pertanto in grado di attivare il recettore androgenico in maniera più efficace, ad opera dell’enzima 5alfa-reduttasi.
Il testosterone è un ormone steroideo, che è in grado di agire su diverse tipologie cellulari, poiché i recettori androgenici sono espressi in tutti i tessuti e non solo a livello sessuale, per cui determina importantissimi effetti extra-sessuali.
Tra gli effetti più importanti possiamo citare:
- Aumento della massa muscolare scheletrica;
- Aumento della capacità di resistenza all’esercizio fisico;
- Aumento dell’ematocrito;
- Aumento del tono dell’umore;
- Miglioramento delle funzioni cognitive;
- Aumento dell’attività pilo-sebacea;
- Aumento anabolismo osseo.
In particolare, il testosterone viene assunto farmacologicamente da diversi atleti, soprattutto amatoriali, per la sua azione sulle cellule muscolari scheletriche e sulle cellule adipose, al fine di poter incrementare la massa magra, ridurre la massa grassa. L’assunzione farmacologica di tale ormone è spesso abbinata a regimi alimentari restrittivi e all’esercizio fisico con ausilio di sovraccarichi per massimizzare i risultati.
Il testosterone agisce, come detto, sulle fibrocellule muscolari, sia di tipo I che di tipo II, sulle quali è in grado di indurre ipertrofia in modo dose-dipendente, aumentare la massima forza volontaria e la potenza muscolare, migliorando la trasmissione neuromuscolare e riducendo i tempi di reazione.
L’incremento di massima forza volontaria è proporzionale all’aumento della massa muscolare scheletrica, perciò la forza specifica non cambia, nel senso che non agisce sulle proprietà contrattili delle cellule, ma soltanto sulla massa (agenti ipertrofizzanti) ed è quindi facilmente comprensibile, perché gli AAS siano abusati prevalentemente tra i sollevatori di peso o tra gli atleti la cui performance dipende dalla forza muscolare.
E’ stato anche ipotizzato che gli androgeni permettano agli atleti di allenarsi più a lungo promuovendo un recupero più veloce dei muscoli scheletrici, nell’intervallo tra le sessioni di allenamento.
Effetti collaterali del doping con testosterone:
L’assunzione farmacologica degli androgeni, causa la soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo. Questa è una grave complicanza dell’abuso di androgeni e può aumentare il rischio di un utilizzo prolungato di AAS. Dopo averne abusato, la loro sospensione determina un abbassamento, infatti, dei livelli circolanti di testosterone promuovendo i sintomi di un ipogonadismo grave (riduzione libido, disfunzione erettile, depressione, vampate di calore).
Questi sintomi possono persistere finché l’attività endogena dell’asse gonadico si ripristina e possono essere così disturbanti da indurre al riutilizzo degli AAS o di altri farmaci psicoattivi creando dipendenza. Inoltre l’abuso di questa sostanza provoca: effetti indesiderati comportamentali e psichiatrici (depressione, stati maniacali, rabbia ecc.); complicanze cardiovascolari (ipertrofia e disfunzione miocardica, riduzione colesterolo HDL e aumento LDL; produzione acne e peluria eccessiva; alterazioni dei tendini, legamenti ed articolazione dovuti a carichi non fisiologici; disfunzioni epatiche.